Che in realtà non è una lettera, ma un commento a un post su Facebook di un mio amico ciclistissimo che ha postato questo articolo, che ripubblico qui perché in quanto narcisista letterario lasciarlo come semplice commento mi sembrava sprecato.

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Ho scritto una cosa sulle elezioni europee. Volevo metterla su Facebook ma era troppo lunga, e allora mi sono ricordato di avere un blog.

Spero vi rompiate meno i cog vi divertiate voi a leggerla almeno quanto mi sono divertito io a scriverla.

Elezioni europee 2014.

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Poi giuro che scrivo anche una cosa mia. Questa però nel frattempo mi pare degnissima.

giramenti

Caro Daniel,

da diverso tempo ti reputo il mio stalker e spero davvero che tale qualifica non ti offenda. Del resto, sia chiaro, non saprei come altro considerarti: non un ammiratore e nemmeno un semplice utente di Giramenti.

View original post 807 altre parole

È un po’ che medito di scrivere questo post, ma mi perdo sempre, timoroso, nella ricerca delle parole più adatte. D’altronde, se uno quasi quasi vince un premio Nobel un motivo ci sarà.

E però non ci sono molti modi per dire quello che sto per dire. E cioè che quest’estate ho letto il mio primo libro di Philip Roth (sì, a 36 anni, sì). Il primo libro che ho letto di Philip Roth è stato Pastorale americana. O meglio, American Pastoral, visto che l’ho letto in originale.

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Where we stand

Pubblicato: 18 ottobre 2013 in Uncategorized

Avrete sicuramente tutti fatto un test del genere in un recente passato, specialmente sotto elezioni: rispondete a un tot numero di domande e vi diciamo a quale partito siete più affine.

Ebbene, ieri ho scoperto il padre di tutti questi test: Political Compass. La risposta definitiva a tutti i vostri dubbi sulla vostra collocazione politica. E trattandosi di un grafico bidimensionale, potrete capire sia quanto siete “de sinistra” nella vostra concezione economica del mondo, sia quanto siete “de sinistra”, o meglio “liberali”, nella vostra concezione rispetto ai diritti individuali.

Il risultato del mio test non è stato affatto una sorpresa, quanto una gradita conferma:

pcgraphpng

Quello che un po’ mi ha sorpreso è invece la collocazione dei principali leader politici nello scacchiere di Political Compass:

internationalchart

Praticamente il leader di Syriza in confronto al sottoscritto è una specie di democristiano doroteo, e il Dalai Lama un leader autoritario.

Sia detto che il vostro ha risposto alle domande pensando ai suoi ideali, ma sapendo bene che la pratica politica implica che per raggiungere quegli ideali sul lungo periodo, sul corto bisogna sporcarsi le mani. A volte fino ai gomiti.

La cena dei grillini

Pubblicato: 11 ottobre 2013 in di italia, di politica
Tag:,

Boredom disclaimer: questo è un post lungo.
Quello che segue è il resoconto piuttosto accurato di una cena avvenuta nei giorni scorsi in un ristorante romano, zona Ponte Milvio, fra il vostro e 7 “amici” della palestra. Una di quelle cose tipo: “Oh, stasera dopo l’allenamento c’andiamo a mangiare una cosa, vieni?”.

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Per essere razzisti

Pubblicato: 7 ottobre 2013 in di italia, di mondo, di orrori
Tag:,

Per essere razzisti
non bisogna portare cappucci a punta.

Non bisogna nemmeno
votare Forza Nuova.

Per essere razzisti
non serve picchiare un negro.

Per essere razzisti
basta pensare
che i morti di Lampedusa
un po’ se la so’ cercata.

Per essere razzisti
basta sapere
che gli zingari rubano.

Tutti.

Per essere razzisti
serve solo avere paura.

Basta poco
per essere razzisti.

Io non credo di essere più adatto a vivere a Roma. Ho raggiunto la consapevolezza oggi quando alcuni amici hanno commentato un mio post su Facebook di ieri sera, in cui mi lamentavo del fatto che il mio vicino di casa ha la pessima abitudine di suonare la chitarra nella fascia oraria dalle 21 alle 24. Almeno due o tre volte a settimana. Almeno.

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Cambiano i sindaci, cambiano i comandanti dei vigili, cambiano i governi delle larghe intese,
ma un vizio schifoso i nostri amministratori locali non se lo levano: fare cassa con gli autovelox “appizzati” (romano per “nascosti”) dietro curve o qualsiasi anfratto la sede stradale offra.

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Interno giorno. Ufficio estremamente luminoso arredato interamente di bianco. Dalla finestra si intravede un cielo azzurro intenso. All’interno della stanza sono seduti un UOMO e una DONNA, vestiti anche loro interamente di bianco. L’uomo indossa una cravatta azzurra, la donna una collana di perle dello stesso colore.

UOMO: [Tiene un foglio fra le mani] Senti senti, ho scritto un paio di paginette.
DONNA: [Distrattamente, mentre legge un altro foglio poggiato sulla scrivania] Di che cosa?
U: Del casino su cui dobbiamo lavorare.
D: Il Quirinale? Ci sto pensando già io, e non è per niente facile.
U: No il Quirinale, Boston!
D: Ah già, Boston. Dove eravamo rimasti?

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